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12 12 2013 | Rimini | Fallimento Aeradria, il ricorso dei creditori

Giovedì, 12 Dicembre 2013

tortora-scuroRimini | Fallimento Aeradria, il ricorso dei creditori

 

Forse in nome della trasparenza da più parti richiesta attorno alle vicende dell’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino, da oggi e con cadenza quindicinale il curatore fallimentare (nominato a seguito della sentenza del tribunale di Rimini del 26 novembre scorso) renderà noti i dati relativi al traffico del Fellini in esercizio provvisorio. Sono 119 i voli in atterraggio e in partenza registrati dal giorno del fallimento decretato a ieri, 9.821 passeggeri in transito e 24.398 i chili di merce.

 
La notizia di oggi è, però, che i due ricorsi promessi da società e da creditori alla sentenza di fine novembre stanno per essere depositati. Avverrà probabilmente prima di Natale (del resto c’è di tempo fino al 26 dicembre, entro un mese cioè dalla sentenza). Lo ha detto il presidente di Banca Carim, tra i maggiori creditori, Sido Bonfatti annunciando, ieri a margine di un convegno, che il fronte dei ricorrenti si sta allargando proprio in queste ultime ore.


Sono due i cardini del ricorso. Il primo: il dubbio dei creditori sulla reale utilità per essi della scelta del tribunale. Se è vero che il fallimento ha come obiettivo quello di tutelare al meglio e al massimo i loro interessi, la loro verità è che loro si fidano più del concordato. Sono convinti, anche, che un conto sia l’inchiesta e le responsabilità di chi può aver ridotto Aeradria a oltre 50 milioni di debito, un conto è il fallimento della società oggi. Due questioni che sarebbero dovute rimanere separate. Perché di fatto, non possedendo grandi beni mobili o immobili, da fallita non ha nulla di che restituire a quei creditori che (non tutti) con il concordato avrebbero preso perlomeno dal 50 al 30 per cento del credito.


C’è anche un’altra voce che circola nelle ultime ore, tra i creditori. Sembra che la società chiuderà il 2013 con un deficit pari alle spese sostenute per il concordato. Vuol dire che senza i costi di consulenti e legali avrebbe chiuso in pareggio? E allora perché, da parte del tribunale, tutta questa fretta nel decretarne la fine? Non sarebbe stato forse meglio dare un po’ di tempo ai nuovi manager per lavorare al soddisfacimento dei creditori? Del resto abbandonati i voli in comarketing (come stabilito nel piano di concordato), automaticamente la società non avrebbe più prodotto deficit.


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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